Sanità, maglia nera alla Sicilia: 66 le morti sospette in due anni

PALERMO - Peggio fa solo la Calabria. La Sicilia è la seconda regione italiana per sospetti casi di malasanità, secondo quanto emerge nel report diffuso dalla commissione parlamentare d’inchiesta sugli errori sanitari presieduta da Leoluca Orlando (Idv). Il dossier raccoglie i dati sulle morti avvenute in corsia per presunti errori dei medici o per disorganizzazione del sistema, dall’aprile 2009 al settembre 2011. La commissione ha conteggiato, tramite denunce sui giornali o segnalazioni dirette, 91 casi di malasanità nell’isola, di cui 66 con morte del paziente. In Sicilia si contano 57 casi sospetti di errori fatti direttamente dai camici bianchi (di cui 39 mortali) e 34 casi dovuti alla criticità dell’intero sistema organizzativo della sanità (di cui 27 con morte del paziente). Dietro Calabria e Sicilia c’è il Lazio, con 51 casi di malasanità e 35 decessi. Da sole, queste tre regioni hanno quasi la metà del numero di errori sanitari del Paese. Le regioni virtuose al Nord. Il Piemonte che conta nove casi di cui quattro mortali, il Trentino-Alto Adige con un solo caso, il Friuli- Venezia Giulia e le Marche con tre errori sospetti. seguono poi la Toscana con 29 casi, Veneto 23, Emilia Romagna 24. Meglio di tutte fa la Sardegna, nessun caso di malasanità negli ultimi due anni e mezzo, secondo la commissione. Per Orlando il bilancio che si può tracciare di questi 2,5 anni di attività della commissione è «molto positivo». Merito, dice, dell’organo parlamentare distintosi «per autonomia d’ azione e da condizionamenti partitici».
«RUSSO: SOLO DISINFORMAZIONE» - Per l’assessore siciliano alla Sanità, Massimo Russo, l’inchiesta di Orlando è solo «disinformazione»: «Spieghi il presidente Orlando da quali fonti ha attinto i dati per stilare la sua classifica e con quale metodologia ha verificato i presunti casi di malasanità. Spieghi se ha semplicemente tenuto conto delle denunce dei cittadini che hanno trovato spazio sui giornali o se ha seguito il protocollo nazionale sugli “eventi sentinella”». «Ancora una volta Orlando – conclude Russo - dà un´informazione istituzionalmente non corretta che rischia di alzare polveroni mediatici». «Il controllore non polemizza con un controllato, un magistrato come Russo dovrebbe saperlo», replica Orlando.
MARINO (PD), UN EMENDAMENTO SUL RISCHIO CLINICO - Il presidente della commissione d’inchiesta sul servizio sanitario nazionale, il democratico Ignazio Marino, ha intanto preannunciato la presentazione di un emendamento al disegno di legge sulla sperimentazione clinica in discussione al Senato che «regoli la gestione del rischio clinico» perché, ha spiegato, «nel nostro Paese non esiste una normativa e il timore di denunce o aggressioni costituisce una barriera a volte insormontabile». Il tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva, pur apprezzando il lavoro della Commissione, in una nota afferma che bisognerebbe «istituire un Osservatorio nazionale che diventi fonte unica e riconosciuta da tutti su un tema così importante».
IL SINDACATO DEI MEDICI: CARENZE DEL SISTEMA SANITARIO - In difesa della professionalità dei medici è intervenuto invece il Sindacato professionisti emergenza sanitaria (Spes) richiamando «studi internazionali che hanno già verificato che il 70 per cento dei presunti casi di malasanità è dovuto a disfunzioni e carenze organizzate del sistema sanitario». Nonostante la vischiosità del problema della responsabilità medica, il presidente della Commissione ha scongiurato «il clima di preoccupazioni e paure tra professionisti della sanità» così come l’esito «controproducente di difese corporativistiche».
Francesco Parrella - corriere.it