C’è un’altra Lega che dà dolori a Berlusconi: la Lega Sud
Marco Sarti
Al sacro prato di Pontida preferiscono la vucciria di Palermo. Al posto dei fazzoletti verdi indossano le cravatte arancioni. Non ce l’hanno con le quote latte, ma con le quote tonno. Alla loro guida c’è Miccichè (però non è solo) e da lunedì faranno vacillare la maggioranza di governo.
Gianfranco Miccichè
Politica
10 giugno 2011 - 15:44
Al sacro prato di Pontida preferiscono la vucciria di Palermo. Al posto dei fazzoletti verdi indossano le cravatte arancioni. Non ce l’hanno con le quote latte, ma con le quote tonno («un provvedimento che ha distrutto le marinerie siciliane e calabre»). Il Carroccio? Meglio il carretto siciliano. Sono i leghisti del Sud, gli uomini del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianfranco Miccichè. Una dozzina di deputati e qualche senatore che lasceranno a breve il Popolo della libertà per trasferirsi nel gruppo misto. Appena raggiunto il numero di parlamentari sufficiente, formeranno un gruppo tutto loro.
Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha un altro motivo per preoccuparsi. Da lunedì mattina - giorno della ripresa dei lavori di Camera e Senato - a condizionare la tenuta della maggioranza ci sarà anche un’altra Lega. Come se non bastasse già la prima. Il partito di Umberto Bossi ha fatto scuola: tra la componente di Miccichè e quella del Senatur le analogie sono numerose. Entrambi radicati sul territorio, i due movimenti non fanno mistero di voler tutelare esclusivamente gli interessi delle realtà locali di riferimento. Non solo. Ad unire leghisti del Sud e del Nord c’è un approccio alla politica tipico della prima Repubblica. Quello del ricatto. «La Lega ci ha insegnato molto - spiegava in un’intervista Miccichè qualche giorno fa - Se questo è utile al Sud, siamo prontissimi a condizionare ogni scelta del Governo. Diremo: o si fa così, o non votiamo».
Nessuna manovra di Palazzo. Nessun segreto. Anzi, a battezzare la fuoriuscita dal Pdl della nuova componente è stato proprio il Cavaliere - non che avesse molta scelta - giovedì sera durante un incontro a Palazzo Grazioli. Davanti a lui, il sottosegretario Miccichè e il Responsabile Arturo Iannaccone. Il progetto della Lega Meridionale ha già attratto una piccola pattuglia parlamentare. Ci sono gli uomini di Noi Sud e quelli di Forza del Sud. Ma anche la senatrice leader di Io Sud Adriana Poli Bortone. «Siamo stanchi di essere succubi della Lega - il bellicoso progetto di Miccichè - Faremo capire che il Meridione c’è e deve contare». E poco importa se il nuovo partito nasce già con un complesso di inferiorità verso i cugini settentrionali. («Anche il Sud sarà finalmente in Parlamento!» annunciava trionfante qualche giorno fa il sito di Forza del Sud).
Il Cavaliere è avvertito. Il primo banco di prova per la fedeltà dei nuovi leghisti è stato calendarizzato il 22 giugno prossimo, quando la Camera dei deputati voterà il rimpasto di Governo. In vista dell’appuntamento - fondamentale per le sorti della maggioranza - gli uomini di Miccichè hanno già iniziato ad avanzare richieste. Il Carroccio vuole spostare i ministeri al Nord? La Lega Sud preferisce eliminarli. La proposta di legge è stata presentata qualche giorno fa a Palazzo Madama da Adriana Poli Bortone. Un ddl per la soppressione dei dicasteri delle Politiche agricole e del Turismo, per destinare le risorse rese disponibili «al finanziamento di iniziative per promuovere l’occupazione giovanile».
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