Si riaccende la polemica alla luce delle indiscrezioni di stampa sul deposito, ai vertici della Procura di Catania da parte di quattro sostituti, di una richiesta di rinvio a giudizio dei 56 indagati dell'operazione Iblis, in cui il presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo è indagato per concorso esterno all'associazione mafiosa. Il governatore è sceso direttamente in campo per manifestare la propria indignazione: «Prendo atto – dice - che con cronometrica puntualità il giorno delle amministrative in Sicilia e dei ballottaggi nazionali, grazie alla consueta fuga di notizie in violazione del segreto istruttorio, si fa sapere all’opinione pubblica l’ipotetica esistenza di un atto interno, di nessuna rilevanza procedurale, allo scopo di creare un artificioso clima di pressione sull’opinione pubblica e sulla necessaria serenità che caratterizza il lavoro della magistratura».
L'INFORMATICO - Lombardo ha reso noto di aver conferito, il 20 aprile scorso, un mandato difensivo all'esperto di telecomunicazioni Gioacchino Genchi, il tecnico famoso per aver collaborato con Falcone e de Magistris, ma soprattutto balzato all'onore delle cronache perché finito sotto inchiesta perché accusato di avere un mega archivio di tutte le persone da lui intercettate. L'accusa si è rivelata infondata anche perché Genchi non intercettava gli indagati ma faceva esclusivamente tabulati telefonici. «Genchi – ha spiegato il presidente della Regione - ha già ultimato l'informatizzazione degli atti del procedimento e ha iniziato l’estrapolazione di elementi che in modo oggettivo e incontrovertibile dimostrano la mia assoluta estraneità ai fatti che mi vengono contestati. Penso di non dovere aggiungere nulla sulla professionalità del dottor Genchi, di cui si è pure servita anche di recente la magistratura di Catania: dal processo per la costruzione del nuovo ospedale Garibaldi di Nesima ad un processo di mafia conclusosi con sentenza di condanna emessa qualche settimana fa dal tribunale di Catania. Ho seguito il lavoro da lui svolto in queste settimane condividendo la sua metodologia, l’obiettività e il rigore logico e scientifico con cui procede nelle analisi e accompagna le conclusioni». Da parte sua la Procura etnea ha fatto sapere che non c'e alcuna richiesta depositata nella cancelleria del gip per l'inchiesta Iblis e che ogni altra valutazione e' prematura. Inoltre, in questa fase documenti e atti sono coperti dal segreto istruttorio. L'inchiesta, comunque, sarebbe alle battute finali, anche perché deve essere chiusa entro il 3 novembre prossimo per scadenza termini.
Fonte Italpress
30 Maggio 2011 ore 12:29
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