Le Ferrovie abbandonano la Sicilia.
Trenitalia è pronta a cancellare i treni nazionali a lunga percorrenza.
Dal prossimo 12 dicembre Torino, Milano e Venezia non saranno più
raggiunte a mezzo strada ferrata, rimanendo, anche se non si sa per
quando tempo ancora, i collegamenti con Roma, dove è previsto il cambio
del convoglio per i passegeri che devono proseguire per altre
destinazioni. Sicilia sempre più emarginata, colpa dei tagli, a volte
anche ingiustificabili economicamente, che Trenitalia ha iniziato ad
attuare da qualche tempo, iniziando dalla nostra provincia.
"La Sicilia è destinata a scomparire
dalla carta ferroviaria d’Italia - afferma Pippo Gurrieri, sostenitore
della prima ora delle battaglie contro i tagli alla ferrovia - perchè
l'obiettivo immediato è quello di eliminare la flotta dei traghetti di
Messina, ormai ridotta al minimo, dopodichè rimarrà una rete isolana
locale e malridotta: altro che alta velocità tra Palermo e Catania".
Gurrieri sottolinea come "nonostante
queste evidenze, non si proclamano scioperi dei ferrovieri, né si
mobilita l’opinione pubblica" e la stessa classe politica siciliana è
assente, distratta da altre "urgenze". "Devono essere i cittadini a
muoversi - continua Gurrieri- ponenso al centro dell'attenzione
nazionale la questione ferrovia". Gurrieri parla anche della necessità
di riprendere la discussione sulla realizzazione della " metropolitana
di superficie" a Ragusa, definita "un’occasione unica per ridare
ossigeno alla mobilità cittadina, ma miseramente lasciata decantare in
un cassetto da oltre 16 anni, dopo che si erano fatti i progetti e si
era a un passo dall’ottenere i finanziamenti. La Metroferrovia
metterebbe anche in salvo la ferrovia della nostra area, ma soprattutto
rappresenterebbe una rivoluzione nella gestione del traffico in città e
nei comuni vicini. Chi ci crede - cnclude Pippo Gurrieri - deve
necessariamente fare un passo avanti".
Tra poli che nascono, associazioni che
radunano il "fior fiore" della classe politica degli ultimi 20 anni, ci
sarà tempo per occuparsi delle questioni serie? Francamente ne
dubitiamo.
di Gianfranco Di Martino - ilgironalediragusa