di Alessandro Di Rienzo
Marchionne e la Fiat se ne andranno a fine anno da Termini Imerese e Paolo Romani, ministro dello Sviluppo economico, assicura il raddoppio degli attuali 1600 posti di lavoro lasciati da Marchionne. Perplessità dalla Fiom: «Temiamo che il tutto sia uno spot per un governo in difficoltà e che non ha nessun briciolo di politica industriale». Studi cinematografici, serre fotovoltaiche, e ancora automobili. Dei tre progetti sulla produzione auto solo uno sembra essere credibile, preoccupazione per le ricadute sull'indotto.(intervista ad Enzo Masini della Fiom Cgil)
Dalla long list, passando per la short list, fino alla proposta conclusiva. Al ministero dello Sviluppo economico hanno sfoltito l'elenco dei pretendenti allo stabilimento industriale di Termini Imerese che verrà abbandonato da Marchionne, e quindi dalla Fiat, al termine di questo anno. Sette aziende in un unico piano per sostituire Fiat Group.
Sul piatto una cifra modesta
Risulta esserci già una intesa tra il governo, Fiat, Regione Sicilia, Provincia di Palermo, Comune di Termini Imerese e Asi, l'Area di sviluppo industriale. Domattina la probabile firma a Roma. Il soggetto attuatore è Invitalia che dovrebbe gestire il sistema di agevolazioni messo a punto per le aziende pronte a insediarsi nell'area dopo l'uscita di Fiat. Costo dell'operazione solo un miliardo di euro. Meno dei soldi previsti per l'investimento sono fondi pubblici: 100 milioni del ministero allo Sviluppo economico, 350 milioni della Regione divisi in due pacchetti: 200 per il lancio del piano industriale 150 per la realizzazione delle infrastrutture necessarie.
Risulta esserci già una intesa tra il governo, Fiat, Regione Sicilia, Provincia di Palermo, Comune di Termini Imerese e Asi, l'Area di sviluppo industriale. Domattina la probabile firma a Roma. Il soggetto attuatore è Invitalia che dovrebbe gestire il sistema di agevolazioni messo a punto per le aziende pronte a insediarsi nell'area dopo l'uscita di Fiat. Costo dell'operazione solo un miliardo di euro. Meno dei soldi previsti per l'investimento sono fondi pubblici: 100 milioni del ministero allo Sviluppo economico, 350 milioni della Regione divisi in due pacchetti: 200 per il lancio del piano industriale 150 per la realizzazione delle infrastrutture necessarie.
Ancora auto, quali auto
Secondo il piano a Termini Imerese si continuerà a fare automobili solo in piccola parte. Delle sette aziende che fanno capo a Invitalia dovrebbe produrre lussuosi suv l'imprenditore Gian Mario Rossignolo, facente capo al marchio De Tomaso, e auto elettriche la Cape Rev, promossa dal finanziere Simone Cimino. Il gruppo Ciccolella installerà la produzione di serre fotovoltaiche, la Med Studios allestirà teatri di posa per cinema e fiction tv, la Lima Corporate produrrà protesi mediche, la Biogen Termini impianti stoccaggio e lavorazione biomasse, mentre la Newcoop curerà logistica e grande distribuzione. Secondo il ministro Paolo Romani il polo industriale così strutturato darà lavoro a 3300 persone. I due terzi di questi solo nei progetti di Cape Rev e De Tomaso, cioè nella produzione di automobili. Paolo Romani conta quindi di raddoppiare i posti di lavoro rispetto gli attuali 1600.
Secondo il piano a Termini Imerese si continuerà a fare automobili solo in piccola parte. Delle sette aziende che fanno capo a Invitalia dovrebbe produrre lussuosi suv l'imprenditore Gian Mario Rossignolo, facente capo al marchio De Tomaso, e auto elettriche la Cape Rev, promossa dal finanziere Simone Cimino. Il gruppo Ciccolella installerà la produzione di serre fotovoltaiche, la Med Studios allestirà teatri di posa per cinema e fiction tv, la Lima Corporate produrrà protesi mediche, la Biogen Termini impianti stoccaggio e lavorazione biomasse, mentre la Newcoop curerà logistica e grande distribuzione. Secondo il ministro Paolo Romani il polo industriale così strutturato darà lavoro a 3300 persone. I due terzi di questi solo nei progetti di Cape Rev e De Tomaso, cioè nella produzione di automobili. Paolo Romani conta quindi di raddoppiare i posti di lavoro rispetto gli attuali 1600.
Fiom: Esigiamo livelli occupazionali
«Siccome la Fiat fa sempre polemica sulla esigibilità degli accordi voglio vedere se Romani firma l'esigibilità del raddoppio dei dipendenti», spiega all'Ami Enzo Masini della Fiom. «Secondo me non lo farà mai e temiamo che il tutto sia uno spot per un governo in difficoltà e che non ha nessun briciolo di politica industriale». Volti e voci preoccupati nella Fiom sulla credibilità della proposta inoltrata. «Vogliamo andare a vedere i piani. Di quei progetti alcuni non creeranno una risposta occupazionale in grado di soddisfare gli attuali volumi occupazione di Fiat e indotto. Penso al fotovoltaico o agli studi televisivi. Noi vorremo concentrarci sulla produzione auto», continua Masini. «La proposta di Rossigno ha una importanza occupazionale, quella per le auto elettriche non ha una proposta di produzione ma chiede finanziamenti pubblici per formare una rete di distribuzione per l'energia elettrica da dedicare alla circolazione di auto. Poi c'è questa ditta molisana, una azienda appena avviata, un conto è vendere mille auto e un conto è creare una azienda di produzione vera che da lavoro a mille, duemila persone nell'assemblaggio. Non sono proposte che fanno fare salti di gioia».
(alessandro di rienzo - agenziami)
«Siccome la Fiat fa sempre polemica sulla esigibilità degli accordi voglio vedere se Romani firma l'esigibilità del raddoppio dei dipendenti», spiega all'Ami Enzo Masini della Fiom. «Secondo me non lo farà mai e temiamo che il tutto sia uno spot per un governo in difficoltà e che non ha nessun briciolo di politica industriale». Volti e voci preoccupati nella Fiom sulla credibilità della proposta inoltrata. «Vogliamo andare a vedere i piani. Di quei progetti alcuni non creeranno una risposta occupazionale in grado di soddisfare gli attuali volumi occupazione di Fiat e indotto. Penso al fotovoltaico o agli studi televisivi. Noi vorremo concentrarci sulla produzione auto», continua Masini. «La proposta di Rossigno ha una importanza occupazionale, quella per le auto elettriche non ha una proposta di produzione ma chiede finanziamenti pubblici per formare una rete di distribuzione per l'energia elettrica da dedicare alla circolazione di auto. Poi c'è questa ditta molisana, una azienda appena avviata, un conto è vendere mille auto e un conto è creare una azienda di produzione vera che da lavoro a mille, duemila persone nell'assemblaggio. Non sono proposte che fanno fare salti di gioia».
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