Le ferie al tempo della crisi: più brevi e vicine a casa

Soffrono le isole e il Ponente ligure la perdita stimata a fine stagione è di 1 miliardo (male anche la Sicilia - ndr)
FRANCO GIUBILEI

Nuvole nere si addensano sulle nostre spiagge. Ma i temporali non c’entrano, anche se il giugno burrascoso ha contribuito a rovinare l’inizio della stagione balneare. Parliamo invece delle previsioni sull’andamento del turismo sulle coste italiane per l’estate 2010, che non promettono niente di buono: il sondaggio fra più di 1.500 albergatori dall’Osservatorio Trademark di Rimini vede giugno in rosso, luglio in flessione e soprattutto agosto - il mese rifugio per eccellenza dove anche le stagioni più disgraziate in genere si raddrizzano -, in affanno.

Se la prospettiva più fosca dovesse avverarsi, tutto questo a fine estate si tradurrà in una perdita del giro d’affari complessivo di un miliardo e mezzo di euro: gli autori dello studio hanno calcolato che mediamente la metà degli italiani accorcerà la sua vacanza al mare di un giorno, sulla base di un fatturato di 95 euro al giorno. Ecco allora che il barometro – il simbolo scelto da Trademark per raffigurare la tendenza delle presenze in hotel e appartamenti in affitto – punta sul brutto tempo un po’ ovunque, pur con i distinguo del caso. Cioè malissimo in Sardegna e Sicilia, male in generale al Sud, cali consistenti in riviera ligure di Ponente, in Versilia e nel Lazio, mentre reggono l’urto la costa abruzzese, il litorale marchigiano, la riviera romagnola e i lidi veneti e friulani. Considerato che anche l’estate 2009 era stata crisi nera con un meno 4,5% del fatturato dell’industria turistica, quest’anno la stima di Trademark è che ci sia un calo ulteriore di circa il 2%.

I motivi sono diversi, ma il primo a saltare agli occhi è che gli italiani mai come ora sembrano prediligere mete più vicine e sicure rispetto ai viaggi più impegnativi e costosi verso destinazioni lontane. Un ritorno al passato, quando la gente si muoveva meno e si dirigeva verso la spiaggia a portata di auto, preferibilmente la stessa dell’anno precedente. Colpa della crisi economica e della necessità di risparmiare su pedaggi autostradali e carburante, certo, unitamente a un clima generale di incertezza: infatti non è soltanto il ceto medio impaurito a farsi guardingo, ma anche i clienti più facoltosi che, dicono gli esperti di Trademark, «compiono soggiorni brevi e tendono a spezzare il periodo di vacanza più che in passato».

Se a ciò si aggiunge la «modesta qualità dell’offerta turistica», cioè hotel mediamente vecchi per età e per concezione, ecco delinearsi il quadro problematico di un’estate che sta nuovamente virando verso il profondo rosso. Con le debite eccezioni, perché dove il mercato turistico è meglio strutturato e più a buon mercato – Triveneto, Emilia Romagna, Marche – il sistema sembra reggere. Al punto che in Romagna, dopo il periodo delle colonie e i decenni consacrati al mare di massa con il fiorire delle pensioni familiari, ora possono permettersi di puntare anche sui cinque stelle con ristrutturazioni milionarie come quella di un pezzo storico della riviera, il Grand Hotel di Rimini. Per il resto è un pianto, con un vero tracollo degli appartamenti in affitto e quasi il 50% degli operatori intervistati che prevedono un agosto in perdita rispetto al 2009 (il 40% invece parla di stabilità).

Notizie sulla destinazione dei vacanzieri nostrani per l’estate 2010 arrivano invece da uno studio di Federalberghi: tre italiani su quattro (il 70%) hanno scelto di trascorrere le ferie entro i patri confini. Chi va all’estero – il 27% – opta per le capitali europee per il 45%, mentre il 22% preferisce località esotiche, con l’ormai «tradizionale» Mar Rosso in grande spolvero, seguito dalle Canarie. Bene le crociere, dal 4,3% del 2009 al 6% di quest’anno. La rilevazione di Federalberghi indica nella Puglia la regione preferita, dato che contrasta con quello fornito da Trademark, e conferma invece come il Veneto stia vivendo un periodo felice: ha raddoppiato la propria quota di mercato (dal 4% all’8%), rispetto all’anno passato.

lastampa.it 7 agosto 2010

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